L’introduzione di normative stringenti spinge le aziende a una maggiore attenzione verso le pratiche sostenibili, influenzando diversi aspetti della produzione e distribuzione, tra cui l’imballaggio dei prodotti.
L’etichettatura ambientale è uno di quegli adempimenti normativi, ma anche un requisito da cui evincere il grado di trasparenza e attenzione di un’impresa per l’ambiente.
In questo articolo approfondiremo l’argomento: analizzeremo gli obblighi di legge, valuteremo gli impatti sulle strategie aziendali e sui processi operativi.
Cos’è l’etichettatura ambientale
L’etichettatura ambientale degli imballaggi è una misura normativa introdotta dal Decreto Legislativo 116/2020, insieme alle Direttive UE 2018/851 e 2018/852: impone che ogni tipo di imballaggio immesso sul mercato italiano sia etichettato, indicando la composizione materiale e fornendo istruzioni esplicite per il corretto smaltimento.
Il principale obiettivo della normativa è promuovere un modello economico più circolare, riducendo i rifiuti e migliorando il recupero e il riciclaggio dei materiali, per un impatto ambientale ridotto.
I soggetti obbligati a rispettare la normativa sono le aziende che immettono l’imballaggio sul mercato. Essi sono tenuti ad identificarli e classificarli riportando la natura dei materiali utilizzati. Inoltre, gli operatori commerciali che utilizzano gli imballaggi devono definire accordi commerciali che ne definiscono le responsabilità e gli obblighi.
Trascurare le direttive espone al rischio di sanzioni pecuniarie che variano da 5.000 a 40.000 euro.
Per aiutare le imprese a conformarsi alla normativa, il CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi) propone una Linea Guida a cui affianca uno strumento interattivo online, denominato e-tichetta. (https://www.etichetta-conai.com)
Come si legge l’etichetta ambientale
Le informazioni minime da riportare sugli imballaggi sono la tipologia di imballaggio, l’identificazione specifica del materiale, le istruzioni sulle modalità di smaltimento e l’etichettatura digitale.
Ecco i dettagli obbligatori:
1. Codifica alfanumerica del materiale. Questa codifica, definita dalla Decisione 97/129/CE, permette di identificare la natura dei materiali utilizzati per l’imballaggio. La presenza di questa informazione orienta correttamente le operazioni di riciclaggio.
2. Istruzioni per la corretta raccolta differenziata. Queste devono includere un invito a verificare le disposizioni del proprio Comune, per assicurare che l’imballaggio venga smaltito nel modo più adeguato.
3. Tipologia di imballaggio. Specificare se l’oggetto è un vasetto, un tappo, o altro, è fondamentale per fornire informazioni chiare su ciascuna componente che può essere separata manualmente, semplificando così il processo di riciclaggio.
Oltre alle informazioni obbligatorie, le aziende possono includere ulteriori dettagli per promuovere una maggiore consapevolezza ambientale:
– Simboli grafici. Questi possono indicare la riciclabilità, la qualità della raccolta differenziata, eventuali marchi ambientali e la compostabilità dell’imballaggio.
– Informazioni sulla biodegradabilità e compostabilità. Se applicabile, queste informazioni aiutano a comprendere meglio le opzioni di smaltimento eco-compatibile dell’imballaggio.
Le informazioni supplementari devono essere conformi agli standard stabiliti dagli Enti di Normazione, come il CEN a livello europeo o l’UNI in Italia.
Va aggiunto che, in situazioni in cui non è possibile includere fisicamente l’etichetta sull’imballaggio a causa di limitazioni tecniche o fisiche, le informazioni possono essere fornite attraverso supporti alternativi: canali digitali, siti web, documenti di accompagnamento o etichette esterne. In tali casi, è importante che gli accordi tra i vari attori della filiera siano ben formalizzati, delineando le responsabilità e le modalità alternative adottate per soddisfare l’obbligo di etichettatura.
L’etichetta ambientale di un imballo in cartone
Anche per gli imballaggi in cartone, sia ondulato che non, l’etichettatura ambientale guida i consumatori verso pratiche di smaltimento corrette. Il cartone, materiale di riferimento per Nuova Bienne, è classificato in diverse categorie a seconda delle sue specifiche proprietà:
PAP 20. Identifica il cartone ondulato, comunemente usato per la realizzazione di scatole robuste adatte a proteggere i beni durante il trasporto.
PAP 21. Designa il cartone non ondulato, spesso impiegato per imballaggi più leggeri o come interno di scatole più grandi.
PAP 22. Corrisponde alla carta, utilizzata per gli strati interni o per imballaggi più leggeri come sacchetti e involucri.
Su ogni imballo in cartone prodotto da Nuova Bienne, l’etichetta indica chiaramente la categoria di appartenenza ed include un invito a verificare le disposizioni locali per la raccolta differenziata presso il Comune di residenza del consumatore.
Ulteriori indicazioni sull’etichetta possono comprendere:
Tipologia di imballaggio. L’etichetta può specificare se l’imballo è una scatola, un vassoio, un astuccio o un sacchetto, fornendo ulteriori dettagli utili per il corretto smaltimento.
Istruzioni per il consumatore. Suggerimenti come “Svuota l’imballaggio del suo contenuto prima di conferirlo in raccolta” o “Riduci il volume della scatola” sono esempi di come Nuova Bienne si impegna a facilitare l’utente nella gestione dei rifiuti, promuovendo comportamenti sostenibili.
Separazione delle componenti. Nei casi di imballaggi multicomponente, le etichette possono incoraggiare a separare le diverse parti, se separabili manualmente, per assicurare che ciascuna sia riciclata correttamente.
Conclusioni
Assegnando un significato più ampio alla normativa, l’etichettatura ambientale si rivela un indicatore rappresentativo per un’epoca di consapevolezza ecologica: riflette le aspettative del mercato e stimola una maggior consapevolezza ecologica.
Si tratta di un’adempito che in Nuova Bienne abbiamo perciò accolto con particolare impegno, adeguando le nostre pratiche operative a beneficio dei clienti e del contesto sociale in cui operiamo.